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Azienda

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Fin dai primi anni di produzione, a Vallarom siamo sempre stati sperimentatori sia in vigna che in cantina, ma la gestione agronomica è sempre stata di tipo convenzionale.

 

Quando ho preso il posto dei miei nonni, dopo aver studiato all'istituto "San Michele all'Adige", avendo avuto importanti esperienze in Borgogna, Toscana, Germania e gli Stati Uniti, ho realizzato che bisognava fare un passo indietro e tornare ad un tipo di viticoltura più amichevole per l'ambiente e libera dai pesticidi chimici, per dare un "vero" prodotto, realmente "figlio" dell'ambiente, del territorio, delle mie mani e delle stagioni.

 

Questo ha creato il bisogno di cambiare prodotti e difese contro le malattie più pericolose e per un maggiore equilibrio nel paese, non dobbiamo dimenticare che "il vino viene fatto per la maggior parte in vigna". Così ho cominciato, passo dopo passo, verso una gestione più adatta all'ambiente, siamo consapevoli che non è possibile cambiare da una viticoltura tradizionale ad una biologica in una giornata: gli alberi non reggerebbero e non sarebbe possibile creare un giusto equilibrio tra produzione e territorio; tutto deve integrarsi: io per primo. Bisogna riuscire a mantenere l'equilibrio, ed è per questo che che ho provato ad unire le mie conoscenze scientifiche moderne e le mie esperienze con la naturalezza di una viticoltura e produzione rispettosa; per esempio, non dirò mai che i miei vini non contengono anidride solforosa, che si sviluppa naturalmente durante la fermentazione; posso dire che provo ad aggiungere solamente il minimo indispensabile solo se necessario. Il mondo è inquinato ovunque e credo che dovremmo tutti impegnarci a cambiarlo senza raggiungere conclusioni inutili ed esasperanti. Parto con questo spirito, ovviamente seguendo lezioni e cercando di capire cosa è meglio per il mio terreno, clima e piante.

 

 Sin dall'inizio, nel 1999, ho abolito l'uso dei pesticidi chimici e, mentre la mia esperienza e simbiosi col territorio di Vallarom cresceva, anche se ho sottoscritto il "Memorandum d'intesa" dell'unione dei produttori del Trentino (l'unico esempio in Italia) che limita, anche nella viticoltura tradizionale, molti prodotti altamente tossici, ho deciso di non usare altri prodotti chimici per la difesa fitosanitaria, a partire da quelli antibotritis per finire nel 2004 usando solamente rame e zolfo. I metodi di difesa sono fatti solamente sotto condizioni climatiche favorevoli per evitare lo spreco inutile di prodotti. Abbiamo cercato un buon equilibrio per il terreno che stava cambiando da concimi chimici a concimi organici, recentemente ai concimi verdi.

 

A parte essere la filosofia di gestione dell'azienda, è diventato un vero e proprio stile di vita per me e la mia famiglia: quando facciamo compere preferiamo i prodotti biologici, proviamo ad evitare i prodotti non riciclabili e di inquinare il meno possibile. Per questo motivo abbiamo installato in azienda, che è anche la nostra casa, dei pannelli solari ed una caldaia di ultima generazione che produce corrente e acqua calda per l'azienda e per noi. Per quel che riguarda il confezionamento ci stiamo spostando sulla carta riciclata per le etichette, a bottiglie più scure ma più sottili, per ridurre le emissioni di CO" nella produzione e nel trasporto e proteggere al meglio il nostro prodotto naturale.

 

 Questo vale anche per i nostri fornitori che, nel corso degli anni, sono stati selezionati per i loro procedimenti di produzione, che devono essere rispettosi dell'ambiente e basati sul riciclo di materiali. Il nostro sito fornisce, per ogni anno e ogni vino, schede tecniche dettagliate che mostrano i vari procedimenti e quando richiesto i prodotti utilizzati.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sin dall'inizio, nel 1999, ho abolito i pesticidi chimici
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Chi siamo

Filippo Scienza

Filippo Scienza

Filippo Scienza non è solamente il proprietario di Vallarom ma è anche l'agronomo, l'enologo e gestisce la cantina essendo l'unico coinvolto in tutti i procedimenti dell'azienda 24 ore su 24. Filippo ha studiato e lavorato in Borgogna, in Germania e negli Stati Uniti portando a casa una grande conoscenza sul vino. Difficile da contattare via email e al telefono Filippo è costantemente al lavoro in vigna e la sera lo si può trovare in cantina a prendersi cura dell'invecchiamento del nettare che produce.

Barbara Mottini

Barbara Mottini

Barbara Mottini, la moglie di Filippo è una pura carica di adrenalina. Si occupa della parte amministrativa, del marketing e delle vendite nazionali ed internazionali, delle degustazioni e le fiere sparse per il modno di Vallarom. Barbara è anche responsabile dell'ospitalità dato che il maso del 1300 di Vallarom è stato ristrutturato in un agriturismo completamente bio. Barbara organizza delle degustazioni ben articolate, ad ogni vino o spumante vi può abbinare degli ottimi prodotti locali, dei gustosi piatti preparati spesso con le stesse materie prime che arrivano dall'azienda agricola stessa.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La trasparenza è la nostra filosofia perché il vino riflette la nostra personalità, la nostra immagine ed il nostro territorio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Prodotti

Lambrusco Foglia Frastagliata

E’ il vitigno a bacca nera forse più importante della bassa Vallagarina. Ricerche effettuate recentemente dimostrano che il Lambrusco F.F. ha forti legami filogenetici con viti selvatiche trovate nei boschi della valle. Il vitigno godeva del favore dei viticoltori per la sua rusticità, la sua particolare resistenza agli attacchi parassitari, ai freddi invernali e l’ampia adattabilità alle diverse composizioni dei terreni, purchè prevalentemente calcarei. Fino a non molti anni fa la quasi totale produzione enologica veniva destinata ai vini da taglio e questo a determinato la scarsa conoscenza del vitigno. Alla metà degli anni ottanta si è deciso di intraprendere uno studio più approfondito sul vitigno e sono emerse interessanti novità. La prima è quella che chiarisce in maniera inequivocabile che il lambrusco a foglia frastagliata non è iscrivibile alla famiglia dei Lambruschi emiliani ai quali invece appaiono molto simili altri vitigni trentini quali Teroldego e Lagrein, ma che invece è senza dubbio un vitigno autoctono della bassa Vallagarina. Per contro una grande analogia sia morfologica che biochimica presenta il Lambrusco a F.F. con alcuni vitigni veronesi, non più coltivati e con le viti selvatiche trovate allo stato spontaneo nei dintorni di Avio. Ciò consente di affermare che il Lambrusco a F.F. è verosimilmente un vitigno autoctono della bassa valle dell’Adige e appartiene geneticamente a un gruppo di vitigni originari delle morene glaciali che si trovano a cavallo della depressione del lago di Garda e del solco vallivo dell’Adige con forti legami filogenetici con le viti selvatiche nella Valle dell’Aviana e del Vallarom. Le ricerche storiche ci dicono che già Dioscoride cita l’Oenanthè, cioè una pianta di vite da fiore; si trattava della vitis silvestris a fiori maschili e quindi non produttiva. Plinio storico romano del I° secolo D.C., chiarì che esisteva anche l’Oenanthè fert o Vocatur oenanthium a fiori femminili e perciò fertili, uviferi. Nella sua “Naturalis Historia” parlando di viti selvatiche e coltivate, scriveva: “Labrusca hoc est vite silvestris, quod vocatur oenanthium” cioè la vite selvatica chiamata Enantio. Ed è per questo che il lambrusco a F.F. viene chiamato anche Enantio. Più tardi nel 1560 uno storico parlando dei vini ottenuti in Vallagarina, affermava che in queste terre veniva prodotta l’uva Lambrusca, dalla quale derivano i vini enantini. Ricerche successive ( 1500) parlano di vini ottenuti in Vallagarina (agro tridentino) e affermano che in queste terre veniva prodotta l’uva Labrusca dalla quale si ottenevano ottimi vini rossi. Vini tanto importanti e longevi che con l’apertura del valico del Brennero (1867) erano esportati verso il centro Europa. Una piccola curiosità il vino è particolarmente ricco di resveratrolo sostanza antiossidante molto importante per la prevenzione di cardiopatie, arteriosclerosi e trombosi.Vitigno:Lambrusco 105 FFTerreno: calcareo-dolomitico e parte sabbiosoDensità ettaro:5200 ceppi/haForma di allevamento e metodo di potatura: pergola trentina semplice – potatura max 18 gemme Produzione per ettaro: 90 quintali/haProduzione media bottiglie:2000 bottiglieTecnica di vinificazione:vinificazione in rosso e fermentazione in inox a contatto con le bucce per 6/8 mesiModi e tempi di conservazione:in barriques di terzo passaggio per 6 mesi ed altri 6 in bottiglia Degustazione:colore rosso rubino molto intenso, profumo di piccoli frutti e note spezziate, gusto sapidoPersistente e di ottima freschezzaAlcool: 13° -13.5°Acidità:6.5° – 7 °/..Longevità:15/20 anniAbbinamento cibi: salumi anche ben stagionati, carni rosse e selvaggina in umidoTemperatura di servizio: 18 gradi

Lambrusco Foglia Frastagliata

Vadum Caesaris Metodo Famigliare

Vitigno: Pinot Bianco cl Lb18 (50%), Chardonnay Cl 95 (30%), Sauvignon cl. 108 (10%), Riesling renano Cl48 (10%)Terreno: calcareo-dolomiticoEtà delle viti: anno di impianto 1985 per la pergola e 1991 per la spallieraDensità ettaro:4200 ceppi/ha – 6200 ceppi/haForma di allevamento e metodo di potatura: pergola trentina semplice e spalliera con potatura a GuyotProduzione per ettaro:75 quintali HaProduzione media bottiglie:5000 bottiglieTecnica di vinificazione: prima fermentazione in bianco in acciaio a temperatura controllata, rifermentazione in bottiglia con la sola aggiunta di zucchero di canna biologico. Modi e tempi di conservazione: in acciaio inox per dieci mesi e in bottiglia dopo la rifermentazione per circa sei mesiDegustazione: Vino dall'intenso profumo di frutta tropicale (ananas, cocco, banana) e dalla spiccata freschezza della mela verde e sapore intenso di crosta di pane , leggermente aromatico di albicocca sciroppata.Alcool:12 – 12,5°Acidità:6 -7 °/..Longevità:10/15 anniAbbinamento cibi: visto la molteplicità delle varietà che lo compongono si presta a variAbbinamenti:aperitivi,primi piatti ,pesce e carni biancheTemperatura di servizio: 8° -10° C L’idea di produrre questo vino è nata dall’unione delle mie origini per metà di Avio e per metà modenesi. Da qui è partita l’ispirazione di assecondare, la vocazione del territorio di produrre vini bianchi, con ottime acidità, che ben si prestano alla rifermentazione in bottiglia e il tradizionale metodo per produrre i lambruschi emiliani, con la presa di spuma lasciando i lieviti sedimentati in bottiglia. Questo metodo veniva anticamente usato per conservare più a lungo i vini, in quanto durante la rifermentazione in bottiglia i lieviti utilizzano l’ossigeno disciolto nel vino per trasformare lo zucchero in alcol e così producendo anidride carbonica, un gas inerte, con una duplice valenza, creare un vino frizzante e nel contempo creare all’interno della bottiglia un ambiente inerte.Questa tecnica permette di poter scegliere di versare il vino limpido, lasciando il sedimento sul fondo della bottiglia, oppure di berlo torbido mettendolo in sospensione.L’altra possibilità, è quella di poter scegliere il momento migliore di aprire la bottiglia, essendo la prima fase di elaborazione dello spumante metodo classico, si può decidere quando il prodotto è pronto e trasformarsi in piccoli elaboratori, passando attraverso le varie fasi come il remuage e la sboccatura finale.Ovviamente più il vino resta a contatto con il deposito, più diventa complesso e si arricchisce di aromi e struttura, grazie all’auto lisi dei lieviti.

Vadum Caesaris Metodo Famigliare

Trentatré

Vitigno: Moscato Giallo (50%), Nosiola (40%), Verdealbara (10%)Terreno: calcareo-dolomiticoDensità ettaro:5200 ceppi/haForma di allevamento e metodo di potatura: spalliera con potatura GuyotProduzione per ettaro: 90 quintali/haProduzione media bottiglie:1500 bottiglieTecnica di vinificazione:vinificazione in bianco, fermentazione in acciaioModi e tempi di conservazione:in acciaio per otto mesi e bottiglia per tre mesi.Degustazione:profumo di albicocca e melone, gusto sapido di buona freschezza, persistente e di ottima bevaAlcool: 12° -12,5°Acidità:5,5° – 6 °/..Longevità:5/10 anniAbbinamento cibi: ottimo come aperitivo, eccezionale con il pesce.Temperatura di servizio: 8/10 gradi Il progetto del Trentatré È un vino bianco aromatico.È prodotto con uve storiche trentine: Moscato Giallo (50%), Nosiola (40%), Verdealbara (10%).L’intenzione del progetto, che coinvolge sei cantine, è di produrre un vino che sia espressione di tutto il nostro territorio e che possa, attraverso un impegno comune, esprimere le peculiarità delle varie realtà che vi operano: aziende agricole, artigiani del vino, vinificatori e cantine sociali.Le particolari e diversificate condizioni climatiche (da quello mediterraneo del Lago di Garda a quello continentale della Val di Cembra), la latitudine, i vari livelli altimetrici, le molteplici componenti geologiche dei terreni, le tradizioni rimarcano, nei vini trentini, le sfumature aromatiche, la finezza e l’eleganza.VERDEALBARA I. G.T. VALLAGARINA BIANCOMateriale genetico recuperato da vecchi vigneti abbandonati, attualmente inglobati nel bosco.Terreno: calcareo –dolomiticoEta’ vigneti: anno di impianto 2001.Densità ettero: 6500 ceppi/ha.Forma di allevamento: spalliera con potatura a GuyotProduzione annua: 10 quintali/ha.Produzione per ettaro:70 quintali HaProduzione media bottiglie: utilizzato nel TRENTATRE’Tecnica di vinificazione: vinificazione in biancoModi e tempi di conservazione: in acciaio inox a temperatura controllata per 7 – 8 mesi.Degustazione: Vino dall'intensa fragranza della mela verde, sapore intenso, leggermente aromatico di albicocca secca, spiccata acidità.Alcool:12 – 12,5°Acidità:6 -7 °/..Longevità:15/20 anniAbbinamenti: aperitivi, pesce, crostacei, zucca, coniglio, tutto quello che è dolciastroTemperatura di servizio: 10 -12 gradi.E’ un vitigno a bacca bianca della bassa Vallagarina.Ricerche effettuate recentemente dimostrano che ha forti legami filogenetici con viti selvatiche trovate nei boschi della valle. Il vitigno godeva del favore dei viticoltori per la sua rusticità, la sua particolare resistenza agli attacchi parassitari, ai freddi invernali e l’ampia adattabilità alle diverse composizioni dei terreni, purchè prevalentemente calcarei.Fino a non molti anni fa la quasi totale produzione enologica veniva destinata ai vini da taglio e questo a determinato la scarsa conoscenza del vitigno.Alla metà degli anni ottanta si è deciso di intraprendere uno studio più approfondito sul vitigno e sono emerse interessanti novità.

Trentatré

Fuflus

Fuflus? Un nome strano ed un’etichetta curiosa?No , vuole essere semplicmente un inno al nostro territorio ed in più un concentrato della storia e dei vini di Vallarom: una storiella curiosa tutta raccantata dall’etichetta e legata al territorio.La mappa risale al 1700 circa , raffigura la valle dell’Adige proprio dove si trova Vallarom.Fuflus : è un nome onomatopeico da” il fiume che fluttua” e che ricorda anche Fufluns, dio etrusco del vino.L’azienda è situata in una posizione ottimale, sud /sud-ovest, con un terreno dolomiteo calcareo nella parte superiore, che ci è stato donato dalla valle che sovrasta l’azienda e una morena del Norico, molto fertile grazie al fiume Adige che “ fluttuava “ sotto di noi. Nei tempi dell’impero astroungarico la parte meridionale del fiume non venne mai arginata, per fortuna così noi abbiamo beneficiato di tutto ciò di buono che le acque hanno lasciato nel tempo.La piccola isoletta che si vede sulla sponda dell’Adige è dove è coltivato il Lambrusco a Foglia frastagliata. E’ arrivato integro fino ad oggi proprio grazie alle “ischie”, piccole isole create deviando l’acqua del fiume e sfruttando il terreno sabbioso, così la filossera non ha potuto attaccare le radici delle piante: è un piccolo vigneto ma ricco di storia!Non dimentichiamoci poi del Vo’ di qua e del Vo’ di la : esisteva un guado, dal latino vadum, lungo la via Claudia-Augusta , il Vadum Caesaris. Da qua il nome del nostro bland, Pinot bianco, chardonnay , riesling e sauvignon blanc vinificato fermo e anche con il metodo famigliare. Sorsero poi due piccoli villaggetti con un porto per le zattere, Vo’ Casaro, ma visto che ce ne erano due si decise di chiamare entrambi gli agglomerati di case “Vado su entrambe le sponde dell’Adige” che in seguito furono messe in collegamneto da una zattera e così i due paesini furono rinominati Vo’ di qua e Vo’ di là pagando anche un pedaggio nel secolo XVIII. Però mamma mia che confusione : quale sarà il vo’ di qua e il Vo’ di là ? Finalmente con la costruzione del ponte di ribattezzarono i due paesini Vo’ destro e Vo’ sinistro secondo la sponda orografica del fiume, ecco perché i nostri due spumanti si chiamano Vo’Brut e Vo’ Rosè.Vitigni: Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet FrancTerreno: calcareo-dolomiticoEtà delle viti: anno di impianto 2000Densità ettaro: 6500 ceppi/haForma di allevamento e metodo di potatura: spalliera con potatura Guyot.Produzione per ettaro: 90 quintali/haProduzione media bottiglie: 9000 bottiglieTecnica di vinificazione: vinificazione in rosso a contatto con le bucce per 15/18 giorniModi e tempi di conservazione: in barriques per circa 18 mesi e in bottiglia per circa 18 mesiDegustazione: profumo di frutta matura con note spezziate di pepe verde ben amalgamate coni sentori di mora, prugna, peperone, caffè e cioccolata.Alcool: 13°Acidità: 4.5-5.0°/..Longevità: 15/20 anniAbbinamento: carni rosse, arrosti, selvaggina.Temperatura di servizio: 18/20° C

Fuflus
Facciamo vino in Vallagarina dal 1626

Premi e riconoscimenti

5 Grappoli AIS

Campi Sarni Rosso 1999 - Scarica qui il pdf

Vini Buoni d'Italia 2016

Scarica qui il pdf

 

Vinum Wineguide Certificate 2014

Campi Sarni 2009 17/20 - Scarica qui il pdf

I Vini di Veronelli 2016

Scarica qui il pdf

 
 
 

L'azienda agricola Vallarom è conforme ai requisiti del prodotto biologico ICEA (Istituto Certificazione Etica e Ambientale) come da certificati

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Proposta Vini

Cantina di Bacco

Porto Vino

Strada del Vino e Sapori del Trentino

Istituto Certificazione Etica e Ambientale

Associazione Agriturismo del Trentino

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